venerdì 14 maggio 2010

STRANIERI E CRIMINALITA’: PROBLEMA REALE O BOLLA MEDIATICA?

(febbraio 2010)
Si parla, sempre di più, del rapporto trea criminalità ed immigrazione in Italia.
Si tratta di un argomento che ciclicamente riempie le pagine dei giornali con polemiche e propagande politiche che, spesso, purtroppo non ci permettono di analizzare ed affrontare la questione in modo serio e costruttivo.
Proviamo, quindi, a parlare molto praticamente di semplici numeri: in Italia gli immigrati regolari, secondo i più recenti rapporti di Caritas Migrantes, sono oltre quattro milioni e mezzo (il 7,2 % della popolazione italiana); nel decennio 1998-2008 la crescita degli immigrati in Italia è stata del 246 % e, secondo le previsioni, nel 2050 gli italiani di origine straniera potrebbero essere oltre 12 milioni.
Dal punto di vista economico, i lavoratori stranieri in Italia, che sono circa due milioni, producono il 10% del PIL (Prodotto Interno Lordo) nazionale e introducono nelle casse dello Stato, tra Inps e Fisco, più di dieci milioni di euro.
Visualizzate, dunque, velocemente ed analiticamente, la situazione degli immigrati in Italia, possiamo cominciare a rapportare il tutto al non indifferente tasso di criminalità presente in Italia.
Analizzando ancora i dati, scopriremo che, secondo l’Istat, il tasso di criminalità degli immigrati regolari in Italia è “solo leggermente più alto” di quello degli italiani (tra l’1,23% e l’1,4% contro lo 0,75%) ed è addirittura inferiore tra le persone con età anagrafica oltre i 40 anni.
Da non dimenticare, però, che il reato commesso da 4 stranieri su 5 denunciati riguarda il mero reato di clandestinità, ovvero l’essere stati sorpresi in Italia senza regolare permesso di soggiorno.
Sorgerebbero, a questo punto, numerose riflessioni politiche, sociali, culturali.
Ma lasciamo tempo al tempo: diamo modo ai dati di entrare nelle coscienze per poi proseguire con ragionamenti che non siano dettati da interessi di parte ma da seria e responsabile coscienza civile.
Per questo sarò felice di continuare, in futuro, la mia riflessione in proposito, partendo, perché no, dalle eventuali riflessioni di voi lettori.

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